L’onestà è un punto di vista. Non c’è persona che conosca che non abbia di sé un’opinione di individuo corretto ed onesto.
Eppure la stessa persona, vista da fuori, non ha quasi mai le carte in regola per appropriarsi di questi preziosi, quanto rari, attributi che fanno dell’uomo un essere umano a tutti gli effetti.

Si dice, che in un meraviglioso giardino qualcuno rubò una mela e che da quel giorno, il padrone del luogo è incavolato nero con i suoi “figli”. Tra momenti di tregua e momenti di baruffe, il rapporto tra padre e figli, prosegue da “decinaia e decinaia” di anni.

Nell’anno domini 2018, discendenti di quegli eroici “parenti ladri”, siamo ancora alle prese con questa “malattia” del “rubacchiare”. Ci sono gli esperti del “settore”, i meno esperti e quelli che non saprebbero nemmeno da dove iniziare.

Credo che per diventare bravi in questa particolare “arte”, si debba essere sprovvisti di una caratteristica che fa dell’uomo un essere responsabile in grado di discernere il bene dal male: la coscienza.

Quando la capacità di percezione del bene e del male è pressoché nulla, il problema è solo uno: siamo davanti a qualcuno che nonostante abbia due gambe, due braccia e una testa, e cammini in posizione eretta, non è un essere umano. Una specie di ibrido. E credo anche che ibridi, di base ci si nasca. In fondo lo sappiamo tutti…l’apparenza inganna!

Tutto sta a non diventare noi, quelli che per sopravvivere, scendono a patti con regole che nulla hanno a che fare con la coscienza e la responsabilità. La rabbia distrugge e se le diamo troppo da “mangiare”, diventiamo persone piene di rancore.
Avremmo tutte le carte in regola per essere arrabbiati…certo!
Ma, forse, dentro dovremmo fare attenzione a non inaridirci.

Come fare?
Io conosco solo un modo: lottare per i valori e non per le offese personali. Questo lascia il cuore sempre libero ed aperto al bene.

Catia Vela